Le analisi e le indagini realizzate dal Centro studi sulla condizione occupazionale e retributiva dei laureati in ingegneria, evidenziano che, nonostante la crisi abbia inciso pesantemente sul processo di inserimento nel mercato del lavoro (accrescendo in particolare la quota dei contratti di lavoro “a termine”), essi possono contare ancora su una condizione di “piena occupazione”.
Diventano invece strutturali le criticità da tempo segnalate: livelli retributivi in contrazione e inferiori del 20-30% rispetto a quelli garantiti nei principali paesi europei; squilibri territoriali tra offerta e domanda di competenze d’ingegneria, “sanati” attraverso il perpetuarsi di consistenti flussi migratori che dalle regioni meridionali si orientano verso quelle del Centro e del Nord-ovest; fallimento del percorso accademico di ciclo breve (laurea) poco apprezzato dal sistema produttivo e considerato solo come propedeutico al conseguimento della laurea magistrale dalla quasi totalità degli studenti delle Facoltà di Ingegneria.