Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha seguito con grande interesse la nascita di #italiasicura, la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, coordinata da Erasmo d’Angelis e diretta da Mauro Grazzi, presentata alcuni giorni fa dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio.
“Il nostro giudizio su questa struttura di missione – commenta Armando Zambrano, Presidente del CNI - è senz’altro positivo. Tuttavia, esistono delle criticità che il nostro Consiglio Nazionale ha già avuto modo di esprimere nel corso dell’audizione in Senato, alla quale abbiamo partecipato lo scorso 1 luglio”.
Gli ingegneri italiani non contestano la direzione verso la quale intende muoversi in Governo su questo tema ma sollevano dubbi sulle modalità operative. “L’impostazione – osserva Zambrano - che affida di fatto le attività di progettazione degli interventi agli uffici tecnici delle pubbliche amministrazioni, tagliando fuori i professionisti esterni, è la stessa che ha portato l’Italia a vantare record negativi in termini di costi di realizzazione delle opere pubbliche e di rispetto dei tempi di esecuzione delle opere”.
“Le misure per la mitigazione del rischio idrogeologico – conclude Zambrano - devono essere l’occasione per rilanciare il solo modello che possa funzionare e dare garanzie di efficienza e qualità e che si basa su tre pilastri. In primo luogo amministrazioni efficienti e qualificate, che operano nelle delicate fasi della pianificazione e del controllo. Quindi professionisti che progettano, liberando idee attivate nell’ambito di una concorrenza sul piano della creatività e dell’innovazione. Infine imprese che costruiscono competendo tra loro su temi quali organizzazione, management, sicurezza, innovazione tecnologica, industrializzazione di processo e di prodotto”.