Nel corso del 2013 si sono svolte le elezioni per il rinnovo dei Consigli degli Ordini provinciali degli ingegneri. Hanno provveduto a rinnovare i propri consiglieri 103 Ordini su 106. Quelli di Verona, L'Aquila e Monza e Brianza effettueranno le elezioni nel corso di quest’anno. Rispetto alla tornata elettorale del 2009, le elezioni appena concluse hanno registrato una più ampia partecipazione degli iscritti: quasi 60mila ingegneri, circa 7mila in più. Un dato decisamente positivo, segno di un crescente interesse degli ingegneri verso il sistema ordinistico, nonostante le ultime "innovazioni" normative (obbligo di formazione continua, obbligo di polizza assicurativa) lasciassero temere un progressivo allontanamento dall'albo. La partecipazione maggiore si è registrata negli Ordini meridionali dove ha votato oltre il 40% degli iscritti, mentre essa si attesta al 21,7% in quelli del Nord-Est.
“Le elezioni hanno seguito le disposizioni contenute nel D.P.R. 8 luglio 2005, n. 169. Il Decreto in questione – ha commentato Armando Zambrano, Presidente del CNI - tuttavia, presenta diversi profili che non si sottraggono a puntuali rilievi critici. Tali profili già in passato hanno dato origine a disfunzionalità e inefficienze, confermatesi in occasione dell’ultima tornata elettorale. Alcuni di essi potrebbero essere superati mediante l’intervento del Ministero vigilante. Altri richiedono, invece, una complessiva rivisitazione del dispositivo, anche al fine di renderlo compatibile con il mutato quadro normativo che sovrintende agli ordinamenti professionali per effetto dell’entrata in vigore del DPR n. 137/2012. Una delle modifiche più urgenti è quella relativa alla concorrenza delle schede votate per il raggiungimento del quorum”.
A questo proposito, il citato D.P.R. dispone che nel caso non sia stato raggiunto il quorum della prima votazione, le schede votate non possano concorrere “ai fini del calcolo del quorum della successiva votazione”. La disposizione in questione non appare sorretta da alcuna valida giustificazione. Date le gravose maggioranze richieste per il raggiungimento del quorum, la previsione in questione appare ingiustificatamente limitativa e contraria ai canoni di efficienza ed economicità, in quanto impedisce di prendere in considerazione voti validamente effettuati, con pregiudizio dello stesso diritto di elettorato attivo. E’ auspicabile pertanto una modifica normativa in modo che il testo risultante affermi: “Le schede archiviate nel plico concorrono ai fini del calcolo del quorum della successiva votazione”.
Tornando ai risultati delle elezioni, nel 58,3% dei casi la tornata elettorale ha premiato il presidente uscente con il rinnovo dell'incarico, mentre il restante 41,7% degli Ordini ha visto la nomina di un nuovo presidente.
Un dato che merita sicuramente di essere sottolineato è il sensibile incremento registrato dalla componente femminile all'interno dei consigli provinciali: 16,9% laddove quattro anni prima arrivava a malapena al 10%. Delle 224 donne elette, 4 sono state nominate Presidente.