L’emergenza causata dal covit-19 sta mettendo a dura prova le istituzioni, il sistema produttivo, i lavoratori e, in generale, tutti i cittadini italiani. Le conseguenze economiche sono pesanti per tutti. In particolare per i liberi professionisti, categoria tradizionalmente tra le meno garantite e tutelate. A questo proposito, il Consiglio Nazionale Ingegneri, attraverso una lettera, ha chiesto al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l’adozione di misure eccezionali a sostegno dei professionisti.
“Accogliamo con favore le misure rigorose che il Governo ha deciso di assumere – scrive Armando Zambrano, Presidente CNI – e stiamo contribuendo a darne massima diffusione attraverso il sistema degli Ordini territoriali. Al tempo stesso, raccogliamo tutta la preoccupazione dei nostri iscritti che, com’è noto, in quanto lavoratori autonomi, rappresentano la parte più fragile del sistema economico italiano. Per noi ingegneri l’interruzione delle attività rappresenta un momento di crisi certa, con conseguente impossibilità a far fronte agli obblighi previsti dalla legge. Pertanto, è necessario che vengano prese misure speciali a sostegno dei liberi professionisti, integrative dei provvedimenti che il Governo sta predisponendo a supporto delle imprese. In particolare, serve un periodo di moratoria generalizzata che consenta ai professionisti di gestire e superare l’emergenza economica oltre che quella sanitaria”.
Tra le misure che il CNI chiede al Governo c’è un intervento in materia di Cassa Integrazione in Deroga che consenta ai professionisti titolari di studi, alle STP e alle Società di ingegneria di poter accedere ad interventi oggi indispensabili per il prosieguo delle loro attività, attualmente a rischio chiusura. Inoltre, manca una norma di raccordo che estenda ai professionisti la sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria, dell’iscrizione annuale alla CCIAA e delle relative sanzioni.
Il CNI, poi, chiede di operare con urgenza anche nell’ambito dei contratti pubblici per sostenere le attività che possono proseguire e di imprimere un’accelerazione verso l’approvazione e l’applicazione del Regolamento di attuazione del codice dei contratti. Infine, si richiede la predisposizione ed emanazione dei decreti attuativi di cui all’articolo 5 della legge n.81/2017 in materia di atti pubblici rimessi alle professioni organizzate in ordini e collegi, al fine di rendere effettiva la sussidiarietà dei professionisti alla pubblica amministrazione. Urgente e indispensabile, infine, è l’applicazione della misura indennitaria di Euro 500 anche ai professionisti iscritti alle Casse di categoria e che questa non concorra alla formazione del reddito.