Lo scorso 9 dicembre, presso Palazzo San Macuto, si è tenuto il convegno “Il ruolo dell’innovazione di processo e tecnologia nelle erogazioni delle prestazioni sanitarie nel Servizio Sanitario Nazionale”, organizzato dal Consiglio Nazionale Ingegneri e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma. Il convegno è stato presieduto dal prof. Riccardo Fatarella, docente della Luiss Business School.
Armando Zambrano, Presidente del CNI, si è così espresso: “L’innovazione è ostacolata dal sistema burocratico. Il tema dell’innovazione è ancora oggi complesso ma ha dei risvolti importanti. È però difficile fare veramente innovazione proprio a causa della burocrazia. Un contributo importante lo possono fornire gli ingegneri informatici che possono migliorare apparati e sistemi anche del SSN, come anche gli altri ingegneri che possono migliorare gli aspetti che riguardano la manutenzione e la progettazione delle strutture ospedaliere.
“C’è sempre più bisogno di competenze e gli ingegneri le hanno. Fondamentali sono quelli del 3° settore che risulta ad oggi ancora troppo di nicchia. Le tecnologie cambiano di continuo ed è necessario inserire nell’Albo gli ingegneri informatici che oggi si iscrivono solo in piccola parte. Compito del CNI è quindi rendere sempre più attrattivo l’Albo fornendo servizi per gli iscritti. Inoltre è necessaria un’apertura e la collaborazione con gli altri Ordini (ad esempio i medici), direzione già intrapresa con la Rete Professioni Tecniche. Infine, non va dimenticato il tema della sicurezza, fondamentale per tutti i sistemi informativi”.
“L’innovazione è una sfida complessa e decisiva – ha detto Carla Cappiello, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Roma – Esiste un problema di sostenibilità dei progetti, è in aumento il numero delle terapie efficaci ma inapplicabili per l’assenza di fondi. Sono necessari sempre più servizi incentrati sulla persona mediante modelli di cure integrate. Tutto questo deve essere un processo non improvvisato ma frutto di una strategia di gestione dei pazienti e digitalizzazione dei processi. Per fare questo è necessario valutare grado e maturità digitale di aziende e regioni. Gli ingegneri, in questo senso, possono fornire un grande supporto per la crescita: mi riferisco agli ingegneri per la progettazione e gestione dei processi e agli ingegneri clinici per la gestione delle tecnologie”.
La Sen. Maria Rizzotti (FI), intervenuta anch’essa al convegno, ha dichiarato: “Nella legge di bilancio per il 2020 non sono state inserite nuove voci sull’innovazione di processi. Al tempo stesso entro il 2023 sappiamo già che mancheranno circa 16.000 medici. In tutto questo, siamo ancora in attesa del decreto attuativo della Legge Lorenzin in merito all’inserimento degli ingegneri biomedici e clinici nelle professioni sanitarie. L’aumento degli ingegneri nel mondo della salute e sanità porterebbe all’attivazione di azioni con competenze tecniche che ridurrebbero il costo della spesa grazie alla scelta di dispositivi medici di tipo prestazionale. È necessario effettuare una valutazione di processo che venga effettuata ex-ante ed ex-post, considerando anche i costi associati all’intero ciclo di vita delle strumentazioni. L’innovazione oltre che tecnologica deve essere anche organizzativa altrimenti risulterebbe essere solo modernizzazione.
Infine, Angelo Valsecchi, Consigliere Segretario CNI, ha affermato: “L’ingegneria della salute oggi è un settore molto ambito dalle donne. Bisogna capire dove è necessaria la sperimentazione e la ricerca, attuare azioni innovative per la sanità, cercando di capire dove serve cosa. L’azienda più grande è quella sanitaria ed il fatto che ci siano molti ingegneri a governarla è significativo e fa capire quanto essi siano importanti. E’ necessario continuare a stringere il connubio tra sanità e ingegneria”.