“La problematica della sicurezza sui luoghi di lavoro è una questione che investe tutti gli attori della filiera: dalle imprese ai professionisti, chiamati a governare il processo, dagli enti di vigilanza agli stessi lavoratori. Per questo motivo è necessario un dialogo sociale complessivo”. Con queste parole Gaetano Fede, Consigliere CNI e responsabile dell’area sicurezza, ha commentato, in una intervista a Radio Rai 1, gli esiti della 6° Giornata Nazionale dell’Ingegneria della Sicurezza, svoltasi venerdì scorso a Roma.
“A questo confronto – ha aggiunto Fede – in occasione della 6° Giornata della Sicurezza abbiamo dedicato una tavola rotonda pomeridiana alla quale, oltre agli ingegneri, hanno partecipato tutti gli altri attori interessati, come ad esempio Confindustria, gli ispettori del lavoro, Ance, INAIL e Itaca. Il confronto puntava a chiarire come mai, a dieci anni dalla pubblicazione del testo unico sulla sicurezza, i numeri degli infortuni e delle morti sul lavoro siano ancora così alti.
“E’ emerso come il problema, più che una questione di merito relativa al testo, che peraltro ha bisogno di alcune rivisitazioni, risieda nell’approccio al tema della sicurezza e quindi al metodo. Per ottenere adeguati livelli di sicurezza e ridurre i rischi a quelli accettabili, è necessaria un’attenzione complessiva, non solo durante l’attività lavorativa ma anche prima e dopo. In una sola parola, la sicurezza deve diventare un patrimonio culturale di tutti i cittadini. Bisogna cominciare dai banchi di scuola in quanto i ragazzi sono sia il terreno fertile su cui costruire i valori della sicurezza, ma anche “menti aperte” pronte ad acquisire nozioni nuove e durature nel tempo. Non a caso ai lavori mattutini del convegno abbiamo invitato anche psicologi, comunicatori, magistrati, proprio perché la sicurezza è una tematica che va affrontata attraverso la multidisciplinarietà.
“Anche l’aspetto delle competenze, delle responsabilità e delle qualificazioni è da attenzionare. Gli RSPP svolgono un lavoro delicato e di alta professionalità al pari dei coordinatori della sicurezza che operano nei cantieri e pertanto la scelta deve avvenire su solide basi di conoscenza: solo così le responsabilità potranno essere assunte da attori ai massimi livelli. Bisogna inoltre migliorare la qualificazione delle imprese: la sicurezza non è un costo ma un’opportunità. Le imprese aderenti a Confindustria e ad ANCE lo sanno bene e già in questa direzione si muovono da anni.
“Infine un altro tema centrale è quello della formazione. Questa deve essere meno cartacea e più diretta ed efficace. Il fine ultimo cui deve mirare è il saper fare e non certo la produzione di attestati”.