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Non si interrompono i segnali positivi dal mercato dei servizi di ingegneria e architettura. Il trend con segno più continua anche nel secondo bimestre 2018. Secondo i dati elaborati dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, nei mesi di marzo ed aprile 2018 i bandi di gara per servizi “puri” di ingegneria (escludendo i concorsi e gli accordi quadro) hanno superato complessivamente i 74 milioni di euro per importo a base d’asta, circa il 50% in più di quanto rilevato nello stesso bimestre del 2017 e valore in assoluto più elevato del periodo marzo-aprile negli ultimi 7 anni.

Considerando anche gli accordi quadro, i concorsi e le gare con esecuzione, l’importo complessivo posto a base d’asta per i servizi di ingegneria (escludendo gli importi per l’esecuzione) arriva a superare gli 85 milioni di euro. Di questi, quasi l’87% è destinato alle gare per servizi “puri”, mentre i 6 accordi quadro messi a gara nel bimestre in esame offrono poco meno del 6% dell’importo totale. Ormai minimo si rileva invece il valore delle gare con esecuzione dopo la limitazione dell’appalto integrato, ammesso solo per alcune tipologie di gare: in questo caso gli importi destinati ai soli servizi di ingegneria (esclusi quelli di esecuzione) non arrivano ai 6 milioni di euro, pari al 6,7% del totale.

Il mercato – commenta Michele Lapenna, Consigliere CNI e responsabile Osservatorio Bandi - conferma ancora una volta il trend positivo dopo i dati negativi di forte recessione che hanno caratterizzato il periodo pre D.Lgs. 50/2016. A tale proposito occorre ricordare che, rispetto al 2015, nei primi due anni in cui è in vigore il nuovo quadro normativo i valori del mercato dei Sia si sono quasi raddoppiati. Significativa, inoltre, è la scarsa incidenza delle gare di progettazione ed esecuzione e degli accordi quadro che nel primo bimestre dell’anno in corso si attestano entrambe attorno al 6% del totale delle gare. Altri dati positivi derivano dall’applicazione del DM Parametri Opere Pubbliche per la determinazione della base d’asta”. 

“In ogni caso, il mercato continua ad essere chiuso agli operatori di piccole e medie dimensioni nei casi in cui gli importi a base d’asta diventano significativi. Sopra i 100 mila euro di importo il ruolo degli operatori di piccole e medie dimensioni è infatti pari a meno del 3% del totale. Il tema dell’apertura del mercato con una significativa riduzione dei requisiti di partecipazione alle gare resta il tema da affrontare con il nuovo Governo e il nuovo Parlamento nella rivisitazione del D.Lgs. 50/2016”. 

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