Continua a salire il numero di laureati in ingegneria in Italia. Nel 2015 hanno conseguito un titolo valido per l’accesso all’albo degli ingegneri 55.251 giovani, il 5,2% in più rispetto al 2014. Quelli in ingegneria arrivano a costituire il 18,3% dell'intero universo dei laureati, la quota più elevata mai raggiunta prima. E’ quanto emerge dall’analisi effettuata dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri sulla base dei dati del MIUR.
Anche se si limita l'osservazione ai soli laureati delle classi più specificatamente ingegneristiche, si registra una progressiva crescita di chi ha conseguito il titolo universitario: 47.071 (di cui 22.684 di
primo livello e 24.387 di secondo), il 4,5% in più rispetto ai 45.028 del 2014.
Nonostante gli uomini costituiscano ancora la componente maggioritaria dei laureati in ingegneria, le donne hanno guadagnato, soprattutto negli ultimi anni, una posizione di rilevo, arrivando a rappresentare, nel 2015, il 30% del totale. Un progresso importante, se si pensa che nei primi anni 2000 la quota si attestava intorno al 16%. Particolarmente significativo il fatto che l’Italia si ponga ai primi posti in Europa in termini di quota di laureate in ingegneria, distanziando in maniera considerevole Francia (25%), Regno Unito (22%), Germania (19%) e Paesi scandinavi (19%).
Per quanto riguarda i singoli atenei, a fronte dei 60 che hanno conferito un titolo di laurea ingegneristico, ben 4 giovani su 10 hanno conseguito la laurea in uno dei 4 atenei più “popolosi”: il Politecnico di Milano (quasi 7.500 laureati nel 2015), quello di Torino (quasi 5.500), l’Università La Sapienza di Roma e l’Università Federico II di Napoli (con poco più di 3mila laureati ciascuna).
La distribuzione dei laureati tra i diversi ambiti di studio (civile-ambientale, industriale e dell’informazione) varia notevolmente a seconda che si tratti di corsi di primo o di secondo livello. Tra i corsi di primo livello, infatti, la componente più consistente, seppur in calo, è costituita dai laureati del settore industriale che rappresentano quasi la metà dei laureati triennali “ingegneri”. Sostanzialmente stabile, su una quota che si aggira intorno al 20%, la parte dei laureati del settore civile ed ambientale, mentre appare in progressiva crescita la quota di laureati che opta per gli indirizzi informatici, elettronici e delle telecomunicazioni, visto che passa dal 28% del 2011 al 31,7% del 2015.
Un quadro completamente differente è invece quello offerto dai laureati magistrali/specialistici: la parte più rilevante è infatti costituita dal settore civile ed ambientale che, con oltre 11mila unità, formano il 46,1% dei laureati di secondo livello. Trend positivo anche per i laureati del settore
industriale, mentre quelli dell’informazione risultano i meno numerosi ed in contrazione, all’opposto di quanto accade per i corsi di laurea triennali.
Da sottolineare, infine, come la percentuale di studenti che dopo la laurea triennale prosegue per quella magistrale (dati 2014) sia molto elevata. In particolare, la quota di chi ha completato il triennio e si iscrive al biennio magistrale è pari all’85% per ciò che concerne ingegneria industriale, quasi all’84% ad ingegneria civile ed ambientale ed al 76% nel caso di ingegneria dell’informazione. Il fatto che la larga maggioranza degli iscritti non si fermi al primo ciclo di studi ma prosegua, con successo, verso la laurea magistrale sottolinea ancora una volta la limitata utilità, percepita da molti studenti, della laurea triennale.
Per ogni ulteriore approfondimento si rimanda alla lettura del documento allegato al presente comunicato stampa.