“Un testo che contiene aspetti positivi ma anche diversi elementi di criticità soprattutto per quanto attiene le attività dei professionisti tecnici”. Con queste parole Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, ha commentato la pubblicazione del nuovo Codice Appalti.
“Positivo – dice il Presidente del CNI, approfondendo il tema – è l’affidamento dei lavori sulla base di un progetto esecutivo. Molto positiva, poi, la forte riduzione del ricorso all’appalto integrato. Per noi è molto importante anche la ridefinizione del ruolo delle Amministrazioni Pubbliche relativamente alla fase di programmazione e di controllo dell’esecuzione, con esclusione della progettazione dall’incentivo del 2% per i dipendenti tecnici interni. Non è più prioritaria la progettazione interna alla PA, col conseguente affidamento di tale attività a tecnici esterni”.
“Tra gli altri punti che giudichiamo positivamente – ha continuato Zambrano – c’è il ruolo dell’Anac che predisporrà la regolamentazione di dettaglio tramite linee guida e definirà le regole per la qualificazione delle imprese e delle stazioni appaltanti. Per operare al di sopra dei 40mila euro per i servizi e al di sopra dei 150mila per i lavori le Stazioni Appaltanti dovranno possedere la qualifica Anac. Infine, bene anche l’introduzione graduale del BIM, che da tempo noi chiedevamo, l’abolizione della cauzione per la progettazione e la rideterminazione del sottosoglia”.
“Tuttavia – ha precisato – dobbiamo registrare anche alcune significative ombre. In generale il nuovo Codice Appalti sembra trascurare i problemi della qualità della progettazione e la dignità del lavoro dei progettisti. Sarà stato per lo scarso tempo a disposizione o la necessità di semplificare, ma abolire la disciplina speciale di cui godevano i servizi di ingegneria e architettura – presente nel precedente codice – che consentiva di distinguerli dai servizi di altra natura, è stato un errore. Questo, per esempio, determina dei problemi per quanto riguarda la mancanza di regole specifiche per i requisiti di partecipazione dei professionisti, diversi da quelli delle imprese. Ci preoccupa, in particolare la possibile applicazione anche ai SIA dell’arco temporale triennale previsto per i curricula, come previsto per le imprese.
“Inoltre, siamo molto delusi dal fatto che, a differenza della legge delega, è sparito l’obbligo di fare riferimento al cosiddetto “decreto parametri” per la determinazione del corrispettivo da porre a base d’asta. Davvero non capiamo quale sia la ratio per cui non debbano esistere parametri per i servizi di ingegneria e architettura, soprattutto se guardiamo quanto afferma Anac su questo punto”.
“In ogni caso – ha concluso Zambrano – il CNI e la Rete delle Professioni Tecniche lavoreranno da subito sia sul fronte dell’emanazione delle linee guida Anac sia su quello del decreto correttivo, al fine di eliminare tutte le ombre, ottenendo così un Codice Appalti davvero moderno ed efficace”.