Ing. Lopez, l’ultima sentenza del Consiglio di Stato sul tema delle competenze dell’ingegnere iunior nelle gare d’appalto (la numero 776 del 25 febbraio 2016) sta provocando una serie di discussioni. Lei che interpretazione ne da?
“Dare oggi un’interpretazione equilibrata delle competenze degli ingegneri di primo livello è arduo e complesso. Purtroppo il percorso universitario triennale non ha sortito gli effetti sperati. I laureati di primo livello in ingegneria non hanno trovato, come si auspicava, uno sbocco professionale nell’Industria. Tuttavia, i nostri colleghi sono riusciti a portare avanti la professione, anche in autonomia”.
Che effetti sta avendo la crisi sugli ingegneri iunior, rispetto ai loro colleghi senior?
“Le ricerche del Centro Studi del CNI presentate nell’ultima Assemblea Nazionale, lo scorso 4 marzo a Bologna, indicano come ci sia stato un rallentamento dell’incremento degli iscritti della sez.B. E’ altamente probabile che su questo rallentamento abbia influito la crisi degli ultimi anni, innescando un effetto di scoraggiamento ad iscriversi all’Albo. Nonostante il livello quantitativo dell’insegnamento nei corsi di Ingegneria in Italia continui ad essere elevato, occorre fare i conti con un mercato che lascia meno spazio, rispetto al passato, ai professionisti. E’ complicato immaginare di costruire percorsi esattamente tarati sulle domande provenienti dal mercato, perché nei fatti questa richiesta non solo è ridotta e impalpabile, ma anche molto mutevole in termini di “know-how” specifico richiesto. A nostro avviso, occorre affrontare la questione con flessibilità e, soprattutto , con un confronto aperto tra tutte le parti interessate, non escludendo di poter apportare correttivi al sistema attuale”.
Cosa si può fare realisticamente in termini di percorsi universitari?
“La giurisprudenza offre degli elementi di ambiguità. Il CNI, proprio al fine di eliminare tali ambiguità, ha ipotizzato una diramazione del percorso triennale in due distinti indirizzi : laurea di primo livello “professionalizzante”, per coloro che avessero intenzione di procedere, subito dopo il conseguimento del titolo, alla ricerca di un’occupazione; laurea di primo livello “propedeutica”, per coloro che, invece, fossero intenzionati al prosieguo del percorso formativo universitario ed al conseguimento della laurea magistrale. Del resto oggi l’Europa ci richiama ad una revisione dei percorsi formativi universitari in sintonia con le politiche comunitarie”.
Cosa vi riproponete per il futuro?
“Il cammino è ancora lungo. Posso affermare che il CNI è aperto al confronto e cerca di promuovere proposte condivise, non solo all’interno della nostra casa comune. Continueremo a rivendicare la nostra identità professionale e la nostra cultura comune, pur nelle differenze”.