Per il mondo dell'ingegneria si profila una crisi del reddito piuttosto preoccupante. Secondo l'analisi del Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri, che presenta oggi (venerdì 4 marzo 2016, ndr) una ricerca in occasione dell'Assemblea Nazionale del 4 marzo a Bologna, la situazione appare alquanto precaria. Se è il 27% dei liberi professionisti fino a 35 anni ad avere registrato la flessione del fatturato lo scorso anno, tale percentuale sale spaventosamente al 56,2% tra gli ultracinquantacinquenni. Nel complesso tra il 2007 ed il 2014 il reddito professionale medio degli ingegneri ha registrato una flessione vicina al 20%: si è passati da poco più di 40 mila euro annui pro-capite a poco più di 32.000 euro. Riguardo all'anno in corso, rispetto al 2015, il Centro Studi CNI stima che i redditi professionali, potrebbero oscillare tra 0% e -1%. In una visione ottimistica, dunque, la crescita sarebbe nulla, mentre l’alternativa sarebbe un’ulteriore riduzione del giro d’affari, escludendo dunque, per il momento, un’ipotesi di crescita.
“Il quadro – ha commentato Armando Zambrano, Presidente del CNI - resta di emergenza e richiede interventi che siano, in buona misura, di discontinuità con il passato. A fronte della crisi di redditi si aprono prospettive invece sulle nuove frontiere dell'ingegneria, soprattutto sul versante dell'innovazione tecnologica, per cui sono richieste nuove figure come, ad esempio, lo sviluppatore dei mezzi di trasporto alternativi, il responsabile per lo smaltimento dei dati personali, il responsabile della gestione e dell’organizzazione della vita digitale”.