Brutte notizie dalla trimestrale sull’andamento delle gare per i servizi di ingegneria e architettura. Nel periodo tra luglio e settembre 2015, infatti, il totale degli importi a base d’asta è stato di poco inferiore a 1,4 miliardi di euro, contro i circa 1,6 miliardi del trimestre precedente e i 1,9 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. A questo andamento non sfuggono le somme dei soli servizi di ingegneria che, confrontati al secondo trimestre del 2014, fanno registrare un calo del 14,4%. E’ quanto emerge dalla consueta analisi periodica effettuata dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
“I dati dell’ultimo trimestre – ha detto Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI - confermano una tendenza che non ha ancora invertito il segno. Colpisce molto il fatto che, nonostante i richiami di ANAC, vi sia ancora così poca chiarezza nella determinazione degli importi a base di gara e nella loro esplicitazione. Ciò significa che lo sconto medio rilevato, e riferito a criteri in buona parte non dichiarati, potrebbe risultare ancora maggiore se fosse riferito a compensi correttamente determinati in base al DM 143”.
“Soprattutto si conferma – prosegue Ronsivalle - il forte divario fra l'importo dei bandi affidati a liberi professionisti, anche costituiti in ATI e le società o consorzi, dato ancora più rilevante nei bandi del settore ICT. In pratica, ai liberi professionisti viene affidata la maggior parte degli incarichi di modesta entità, mentre sono esclusi da quelli più rilevanti, indipendentemente dalle forme di aggregazione temporanea.
“Ciò ripropone - conclude il Presidente del Centro Studi - la questione, che io stesso ho posto in altre circostanze, della promozione e del riconoscimento legale di reti fra professionisti dotate di una minima strutturazione di base che consenta di acquisire i requisiti per la partecipazione a gare di maggiore entità, pur conservando l'autonomia amministrativa dei loro componenti”.
Sul piano regionale, la Campania si conferma ancora una volta al primo posto per numero di bandi pubblicati (201) ma, nel periodo in esame, viene scavalcata dalla Sardegna per importi: quasi 15milioni di euro destinati ai servizi di ingegneria.
Restano ampiamente disattesi, da parte delle stazioni appaltanti, gli adempimenti previsti dalla determinazione dell’ANAC. Ad esempio, in riferimento al cosiddetto “decreto parametri” cui occorre rifarsi per determinare l’importo del corrispettivo da porre a base d’asta, solo il 49% dei bandi ha indicato tale decreto quale norma di riferimento.
Sempre a proposito del “decreto parametri”, in scarso conto sono tenuti i requisiti richiesti ai partecipanti per ottenere l’affidamento dei servizi tecnici di importo superiore a 100 mila euro. Inoltre, c’è l’annosa questione dei ribassi eccessivi. Tutte le gare seguitano ad essere aggiudicate con ribassi molto consistenti che arrivano anche all’80%. Il valore medio per i servizi di ingegneria senza esecuzione è pari al 36,6%, quello relativo alle gare in cui è prevista anche l’esecuzione dei lavori è pari al 18,4%, mentre nel settore ICT la media dei ribassi sfiora il 26%. In questo senso, nel terzo trimestre 2015 si registra un peggioramento se si pensa che il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’affidamento degli incarichi di ingegneria e architettura per importi superiori ai 100mila euro è stato disatteso nel 6,8% dei casi, contro il 2,4% rilevato nel trimestre precedente.
Un dato positivo è quello relativo ai requisiti di fatturato. Nel terzo trimestre 2015 la quota dei bandi in cui è stato richiesto un fatturato globale superiore al doppio dell’importo a base d’asta è sceso dal 43,1% di inizio anno al 25,8% del terzo trimestre.
Resta, infine, un punto critico: la quantità del personale tecnico richiesto nei bandi. Nel terzo trimestre 2015 in media gli elementi richiesti sono stati 6. Un numero molto elevato se si considera che la stragrande maggioranza delle imprese nel settore edile ha meno di 5 dipendenti. In questo modo i liberi professionisti vengono esclusi dalle gare più remunerative, a tutto vantaggio delle grandi Società di ingegneria. Il dato trova un riscontro nel fatto che i professionisti, nelle varie forme di aggregazione, sebbene riescano ad aggiudicarsi una grande quantità di gare (70% circa), raccolgono le briciole quanto ad importi: appena il 27,8% di quelli aggiudicati, per giunta in calo rispetto al trimestre precedente.