E' la maggiore criticità economica italiana, eppure rappresenta, l'architrave della ripresa del Paese: al lavoro gli ingegneri italiani dedicano il 60° congresso nazionale, organizzato a Venezia dal 30 settembre al 2 ottobre, consapevoli che solo la crescita dell'occupazione possa davvero rendere più solido e stabile il definitivo tentativo di uscita dalla recessione. Investire nei processi di innovazione e digitalizzazione, dalla pubblica amministrazione alla sanità, ai servizi, accrescere la spesa pubblica per migliorare il sistema infrastrutturale, la messa in sicurezza del territorio e degli edifici a partire da microinterventi diffusi lungo tutta la penisola, la riqualificazione urbana con particolare attenzione alle periferie: facendo leva anche su questi temi il mondo dell'ingegneria guarda al Paese, elaborando così una serie di proposte che trovano nel lavoro, inteso come perno dello sviluppo e come valore fondante del sistema socio economico, il proprio minimo comune denominatore. Partendo, quindi, dal presupposto che occorra adesso più che mai individuare politiche di investimento attive, necessarie ad ampliare le potenzialità del tessuto produttivo nazionale, specie quello ad elevato contenuto tecnologico, l'assise di Venezia si pone come palcoscenico ideale dove analizzare e formulare ipotesi e orientamenti per la crescita. Gli orientamenti, gli obiettivi, i contenuti del 60° congresso nazionale saranno presentati nel corso di una conferenza stampa, organizzata dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, nella nuova sede a Roma, in via XX Settembre 5.