“Forte è l’impressione che le nomine dei vertici delle principali aziende municipalizzate di Roma (ma anche nel resto del Paese) sia avvenuto fino ad un recente passato più in ossequio a logiche di equilibri di rappresentanze “politiche” che sulla base di una attenta valutazione delle conoscenze tecniche e delle competenze acquisite da chi è chiamato a rivestire un ruolo di vertice”. Così il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, in una lettera inviata al Sindaco di Roma, Ignazio Marino. Una scelta fatta in considerazione “delle difficoltà e della complessa situazione in cui si trovano attualmente molte delle aziende municipalizzate del Comune”. Da qui l’esigenza di sottoporre all’attenzione del sindaco il ruolo che rivestono gli ingegneri, “una categoria che potrebbe offrire una più sana e competente gestione delle strutture in questione”.
Dopo aver ricordato come gli oltre 230.000 iscritti al Cni, sono “tra le figure tecniche più preparate grazie ad un percorso universitario particolarmente complesso e, nei fatti, altamente selettivo”, e sottolineato come gli ingegneri italiani, seppur devono fare i conti con la gravissima crisi, “godono dei più elevati tassi di occupazione sia nel settore pubblico che in quello privato”, il Presidente del CNI evidenzia come “il mercato premia chi dispone di solide competenze tecniche, a cui quasi sempre corrispondono solide capacità gestionali, perché studiare sistemi complessi che ricadono nel campo dell’ingegneria significa conoscerne le dinamiche ed imparare a governarle”. Del resto “l’Università italiana contempla uno specifico corso di laurea in ingegneria gestionale, che coniuga la formazione tecnica afferente prevalentemente i processi industriali con l’acquisizione di conoscenze nel campo del management. Negli ultimi tre anni si sono laureati in Italia oltre 7.000 ingegneri gestionali, figure particolarmente apprezzate sia nelle strutture di piccole che di grandi dimensioni, non solo nel nostro Paese”.
Se è questo il patrimonio di conoscenze ed esperienze di cui sono portatori gli ingegneri italiani, Armando Zambrano si dice convinto che “in sede di nomina sia dei componenti dei Consigli di amministrazione, sia delle cariche dirigenziali, sia giunto il momento di un cambio di passo radicale” , come del resto auspicato dallo stesso sindaco Marino appena insediato.
Quindi “sarebbe opportuno dare più spazio proprio a quelle figure professionali che si sono formate nel campo dell’ingegneria, capaci di affrontare e, soprattutto, risolvere la complessità dei problemi gestionali e tecnici all’interno di molte strutture pubbliche deputate ad erogare efficientemente servizi ai cittadini”.
Dunque si tratta di optare per “un di più di competenze tecniche, di capacità e di trasparenza gestionale da riversare in tali strutture” per contrastare l’idea che “i beni pubblici siano dissipati e mal gestiti e che soprattutto le aziende municipalizzate della Capitale siano tutt’altro che al servizio della collettività”.
In definitiva per il Presidente del CNI, “sarebbe pertanto opportuno riservare almeno una quota a laureati in ingegneria, nella convinzione che le aziende municipalizzate sono nella maggior parte dei casi strutture chiamate ad affrontare questioni e ad offrire servizi ad elevata intensità tecnica, affrontabili solo da specifiche figure professionali opportunamente formate”.
Zambrano dopo aver ribadito al sindaco la certezza di poter contare sulla professionalità degli ingegneri per “ affrontare le molteplici sfide che le aziende municipalizzate sono chiamate ad intraprendere, garantendo un cambio di visione ed un salto qualitativo che da tempo la città attende”, conclude chiedendo a Ignazio Marino un incontro per un primo confronto sui temi indicati nella lettera.