Resistono i segnali positivi provenienti dal mercato dei bandi per i servizi di ingegneria. Nel terzo trimestre del 2014 sono stati messi a base d'asta complessivamente quasi 1 miliardo e 900mila, contro il miliardo e 400mila euro dello stesso periodo dello scorso anno. E’ quanto emerge dalla consueta analisi trimestrale pubblicata dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Secondo i dati presi in esame, siamo al secondo semestre consecutivo di crescita, il che fa sperare che il risultato medio del 2014 a fine anno possa risultare positivo.
Tuttavia, va sottolineato come la crescita favorisca solo marginalmente i professionisti. La loro fetta di mercato, infatti, è decisamente limitata e nel terzo trimestre 2014 si è ridotta ulteriormente. Praticamente esclusi dagli appalti integrati e dai bandi del settore ITC, i professionisti riescono ad intercettare meno del 6% degli importi delle gare senza esecuzione, sebbene riescano ad aggiudicarsene quasi il 71%. In altre parole, portano a casa soprattutto gare di piccola entità, con un importo medio di aggiudicazione intorno ai 20mila euro, contro gli oltre 730mila affidati alle società. L'unica strada per aggiudicarsi gare un po' più "sostanziose" è quella di associarsi o raggrupparsi con qualche società. L’importo medio delle gare aggiudicate dalle RTI/ATI miste, ossia tra società e professionisti, supera i 64 mila euro.
Sul piano regionale, leader per numero di bandi pubblicati è ancora una volta la Campania con 246 bandi pubblicati. Per quanto riguarda gli importi, invece, a guidare è la Toscana che nel periodo luglio-settembre ha pubblicato bandi per un importo complessivo superiore ai 466milioni di euro.
Anche per quanto riguarda le gare aggiudicate, i dati in esame mettono in evidenza una crescita, seppur lieve, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: sono state infatti aggiudicate 315 gare, contro le 296 del terzo trimestre 2013. Soprattutto aumentano, per il secondo trimestre consecutivo, gli importi di aggiudicazione, passati dai circa 265 milioni agli oltre 450 milioni del terzo trimestre 2014.
Come di consueto, l’analisi del Centro Studi prende in esame anche la difformità dei bandi rispetto alla normativa vigente, soprattutto per quanto riguarda l’applicazione del cosiddetto “decreto parametri”. La situazione è ancora lontana dal raggiungimento pieno dell'obiettivo: ad oltre nove mesi di distanza dall'entrata in vigore del decreto, appena un bando su dueindica chiaramente il riferimento al DM. 143/2013 nel calcolo del corrispettivo da porre a base d'asta. Inoltre, anche se la situazione appare, per alcuni aspetti, in progressivo miglioramento, continuano ad essere ricorrenti ulteriori “difformità” rispetto alla normativa vigente. Spesso, ad esempio, viene disattesa la norma che obbliga le stazioni appaltanti ad utilizzare unicamente il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per importi superiori ai 100mila euro. Nel trimestre in esame, il 5,4% di tali bandi non segue la normativa, indicando come criterio di selezione delle offerte quello del prezzo più basso.
Alcune stazioni appaltanti, infine, continuano a non rispettare quanto disposto dall’art.268 del Regolamento che vieta la richiesta di cauzioni per una serie di prestazioni. Nel terzo trimestre 2014, in 14 bandi aventi per oggetto una di queste prestazioni viene richiesto il versamento di una cauzione.