La Rete delle Professioni tecniche replica al comunicato stampa dell’Oice-Ancpl Legacoop. Il tema è l’inammissibilità dell’emendamento al decreto legge Sblocca Italia proposto al Governo che, se approvato, avrebbe legittimato le “società di ingegneria” (di cui all’articolo 90 del dlgs 163/2006) ad operare anche nel settore privato, introducendo un “maxicondono” per tutti i contratti stipulati negli ultimi 17 anni dalle stesse società di ingegneria con privati.
La Rete delle Professioni tecniche, con tutte le nove professioni che la compongono, è stata sempre favorevole all’esercizio della professione in forma societaria, anche di capitale. I professionisti tecnici sono stati i promotori della legge 183/2011 che ha istituito le “società tra professionisti” e sono tra coloro che si sono battuti per l’emanazione del decreto attuativo. Inoltre, la Rete attualmente sta premendo affinché il Governo apporti i necessari correttivi alla norma, rimuovendo gli ostacoli che hanno impedito al nuovo istituto di decollare.
“Noi della Rete – afferma Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri e coordinatore della Rete delle professioni Tecniche - siamo a favore della concorrenza e quindi ci battiamo per la parità di trattamento. La concorrenza sarebbe risultata falsata se si fosse consentito alle “società di ingegneria” di operare anche nel settore privato. Aprire loro il mercato del settore privato, infatti, avrebbe voluto dire spazzare via definitivamente le società tra professionisti”.
Queste società, infatti, a differenza delle “società di ingegneria”, sono chiamate a rispettare numerosi vincoli e adempimenti, tra i quali: l'obbligo dell’assicurazione professionale; l’obbligo dell’aggiornamento continuo per i propri soci; l’obbligo del preventivo; l’esercizio in via esclusiva dell'attività professionale da parte dei soci; l’affidamento dell’esecuzione dell'incarico professionale conferito alla società solo ai soci in possesso dei requisiti per l'esercizio della prestazione professionale richiesta; il controllo disciplinare da parte di Consigli di disciplina terzi.
“Quello che il Governo dovrebbe fare – afferma Leopoldo Freyrie, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti - è farsi promotore dell’apertura di un tavolo di confronto nel quale Ordini e Collegi delle professioni tecniche insieme ad Oice/Confindustria e Ancpl/Legacoop possano individuare i correttivi al quadro normativo vigente che consentano alle società tra professionisti e alle società di ingegneria di competere ad armi pari, tutelando la qualità delle prestazioni e quindi la committenza, sia pubblica che privata”.
“Ci auguriamo che Oice/Confinustria e Ancpl/Legacoop si associno alla nostra richiesta – conclude Zambrano – e abbandonino l’atteggiamento di sterile chiusura che ne ha contraddistinto finora l’azione”.