Il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha pubblicato una ricerca sulle immatricolazioni della facoltà di ingegneria. Gli iscritti sono in calo, anche se aumenta la percentuale di neodiplomati che optano per un corso di laurea in discipline ingegneristiche. Ronsivalle: “La crisi dell’occupazione fa perdere fiducia nel valore della laurea. Ma le iscrizioni ad ingegneria calano meno rispetto ad altre facoltà. Molti giovani comprendono che le difficoltà si superano aumentando l’impegno e la qualità della formazione di base”.
Nell’anno accademico 2012-13 sono crollate vertiginosamente le immatricolazioni nelle Università italiane (25mila in meno rispetto all'anno precedente) ed è aumentata sensibilmente la quota di diplomati delle scuole superiori che hanno deciso di non iscriversi ad un corso di laurea: tra i quattro e i cinque ogni 10. Stavolta a risentirne sono stati anche i corsi di laurea nelle discipline ingegneristiche che hanno visto calare gli immatricolati di quasi 3mila unità.
E’ quanto emerge dalla ricerca del Centro Studi del CNI “Gli immatricolati della facoltà di ingegneria” che esamina l'universo degli iscritti ad uno dei corsi di laurea che permettono l'accesso all'albo professionale degli ingegneri. Nell'anno accademico 2012-13 si sono iscritti ad un corso di laurea dell'area ingegneristica circa 46mila neodiplomati, contro i 48.650 dell'anno precedente, il 5,5% in meno.
In compenso, continua ad aumentare la quota di diplomati che, all’atto dell’iscrizione all'università, opta per un corso nelle discipline ingegneristiche: il 18,1% contro il 17,4% rilevato nell'anno accademico precedente.
Il crollo delle immatricolazioni può essere motivato più che dalla perdita di valore del titolo di laurea, dalla pesante crisi economica che sta attanagliando il nostro paese. I costi per accedere all'università diventano sempre meno accessibili per coloro che vivono una situazione occupazionale familiare di precarietà o di disagio, costringendo così un sempre più consistente numero di giovani a rinunciare alla formazione accademica.
Rispetto all'anno accademico precedente, tengono abbastanza i corsi di laurea dell'indirizzo industriale che accolgono circa 17mila immatricolati (pari al 37,2%), praticamente lo stesso numero dello scorso anno (+0,1%), e quelli del ramo informatico-elettronico-telecomunicazioni che raccolgono poco meno di 11mila immatricolati, pari al 23,6% del totale (il 2,4% rispetto all'anno accademico 2011/12).
Dopo un decennio di progressiva crescita della componente femminile, i dati evidenziano una drastica inversione di tendenza: il numero di donne neoiscritte ad un corso di laurea ingegneristico dal 37% si riduce al 34,3%.
“La ricerca sulle immatricolazioni – spiega Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi del CNI - rispecchia abbastanza il quadro desolante offerto da quella sull'occupazione. Non ci si può stupire se molti giovani, di fronte all'incertezza sempre crescente di approdare ad un lavoro sicuro e ben remunerato desistano dall'affrontare studi severi con costi elevati che le famiglie fanno sempre più fatica a sostenere”.
“Tuttavia – aggiunge Ronsivalle - al dato negativo in senso assoluto, fa riscontro quello relativo riferito agli ingegneri le cui iscrizioni calano meno delle altre. L'aspetto confortante è che molti giovani comprendono che le difficoltà si affrontano ricorrendo ad un impegno più elevato. In questo senso, è molto importante scegliere con molta attenzione il percorso di studi, mantenendo alto il grado di flessibilità, quindi di preparazione di base, e l'attitudine ad aggiornare e reindirizzare continuamente le proprie competenze per adeguarle alle esigenze del momento”.
Roma 26 agosto 2014
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