Il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha pubblicato l’analisi, relativa al quarto trimestre 2014, dei bandi per i servizi di ingegneria. Come nei trimestri precedenti, si conferma il segno positivo. Migliora anche la performance dei liberi professionisti che si aggiudicano un quarto delle somme messe a gara e segnano un punto contro la loro marginalizzazione.
Ronsivalle: “I dati giustificano un moderato ottimismo su una possibile ripresa economica. Restano comunque i problemi che i professionisti si trovano ad affrontare nella partecipazione alle gare”.
Continuano i segnali di moderato ottimismo sul fronte dei servizi di ingegneria. Anche l'ultimo trimestre del 2014 si conclude con un segno positivo, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in linea con i risultati emersi nei trimestri precedenti. Ciò lascia supporre che il 2014 possa essere ricordato come l’anno che può segnare la fine della recessione che ha caratterizzato gli ultimi anni non solo del comparto delle opere pubbliche, ma dell'intero sistema economico italiano.
E’ quanto emerge dalla consueta analisi effettuata dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Nel quarto trimestre del 2014, infatti, sono stati messi a base d'asta per i servizi di ingegneria complessivamente quasi 2 miliardi e 700mila euro, contro i due miliardi e 100mila euro dello stesso periodo del 2013. Anche escludendo i bandi di gara per i servizi ITC e non considerando i costi di esecuzione, gli importi a base di gara sono aumentati del 5,6%.
Segnali incoraggianti per i professionisti che trovano conforto nei risultati dell'analisi dei dati relativi agli aggiudicatari: dopo un lungo periodo di progressiva marginalizzazione, nell'ultimo trimestre del 2014 i liberi professionisti, nelle diverse forme di aggregazione, sono riusciti ad aggiudicarsi un quarto delle somme messe a gara per i servizi di ingegneria senza esecuzione, a cui va aggiunto un ulteriore 11,1% aggiudicato daraggruppamenti temporanei misti, ossia tra società e liberi professionisti.
Un incremento consistente, cui corrisponde anche un aumento dell'importo medio di aggiudicazione delle gare loro affidate, tanto da superare i 35mila euro a fronte dei circa 20mila del trimestre precedente. Importi che, in ogni caso, restano sempre molto lontani da quelli registrati dalle società e dai consorzi.
Come già evidenziato nei precedenti rapporti, la marginalizzazione dei professionisti è figlia in parte della normativa vigente che sovente preclude l'accesso alle gare ai liberi professionisti e ai piccoli studi di ingegneria. Sebbene poi si continui a denunciare l'eccessiva corsa al ribasso dei costi di progettazione e delle altre prestazioni professionali, le gare seguitano ad essere aggiudicate con ribassimolto consistenti che raggiungono anche l'86%. Il valore medio dei ribassi per i servizi di ingegneria senza esecuzione nei tre mesi in esame è pari al 37%, mentre quello relativo alle gare in cui è prevista anche l’esecuzione dei lavori è pari al 18%.
Come sempre, l'analisi dei bandi di gara del Centro Studi non si limita ai soli aspetti puramente statistici, ma si propone anche di evidenziare le difformità, rispetto alla normativa vigente, dei bandi di gara posti in essere dalle stazioni appaltanti. In particolare, in tutto il 2014, l'attenzione si è focalizzata soprattutto sull'applicazione da parte delle stazioni appaltanti di quanto contenuto nel D.M. n.143 del 31 ottobre 2013 che individua i parametri per la determinazione del corrispettivo da porre a base di gara nelle procedure di affidamento di contratti pubblici dei servizi relativi all’architettura ed all’ingegneria. La situazione, seppur in miglioramento, è ancora lontana dal raggiungimento pieno dell'obiettivo, tanto che ad un anno esatto di distanza dall'entrata in vigore del decreto, circa la metà dei bandi(56,7% a dicembre, 43,3% in media nel trimestre) indica chiaramente il riferimento al DM. 143/2013 nel calcolo del corrispettivo da porre a base d'asta. E anche quando il corrispettivo a base d'asta è calcolato utilizzando i parametri contenuti nel DM. 143/2013, non sempre il calcolo viene effettuato correttamente e solo in 2 casi è stato allegato lo schema di calcolo per un'eventuale verifica.
Infine, continuano ad essere ricorrenti ulteriori difformità rispetto alla normativa vigente. Ad esempio, viene spesso disattesa la norma che obbliga le stazioni appaltanti ad utilizzare unicamente il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e non quello del prezzo più basso.
“La conferma dei segnali positivi registrati nel 2014 induce ad un moderato ottimismo su una possibile ripresa economica – ha commentato Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI -. Restano comunque i problemi che i professionisti si trovano ad affrontare nella partecipazione alle gare. Com'è stato evidenziato anche in altre circostanze, il regolamento sui contratti pubblici non agevola la partecipazione degli studi di dimensioni medio-piccole, che sono la stragrande maggioranza nel Paese”.
“La situazione – ha proseguito Ronsivalle - è resa ancora più penalizzante dalla non sempre coerente applicazione della norma da parte delle stazioni appaltanti. Si inseriscono nei bandi, infatti, in misura ancora troppo elevata, richieste indebite, come le cauzioni, o ingiustificati limiti ai requisiti di partecipazione, non si applicano correttamente i parametri previsti dal DM 143/2013 e sono consentiti ribassi eccessivi”.
“Il Centro Studi – ha concluso Ronsivalle - fornisce da tempo un servizio di monitoraggio delle anomalie dei bandi e, più recentemente, una consulenza agli Ordini sulla corretta applicazione del suddetto DM 143. Ciò nonostante permangono ancora troppe difformità che non agevolano il raggiungimento di quella qualità e centralità del progetto dalla quale potrebbe scaturire un sensibile miglioramento dell'opera pubblica nel suo complesso e della corretta gestione degli appalti”.
Roma 26 febbraio 2015